I peccati dell'eroe
Attraverso l’interazione con sei super eroi Michele di Erre, artista torinese classe 1979, ha interpretato i vizi capitali, che null’altro sono se non l’espressione dei principali desideri dai quali tutti i peccati traggono origine.
I peccati possono essere distinti secondo il loro oggetto, come si fa per ogni atto umano, oppure secondo le virtù alle quali si oppongono, per eccesso o per difetto. Oppure essere collegati ai peccati capitali che l'esperienza cristiana ha distinto in superbia, avarizia, invidia, ira, lussuria, golosità e accidia. Sono chiamati capitali perché generano altri peccati, altri vizi.
Nella contrapposizione tra bene e male, tra il super eroe e il vizio, la visione contemporanea di Di Erre trova la sua definizione più intrinseca. Ogni peccato viene sviscerato, osservato, fissato, ricordato e soprattutto associato alla sua antitesi: il super eroe. Si fissa nella memoria di chi osserva, in un dialogo sordo tra bene e male che non trova né vincitori né vinti.
Di Erre ha creato un’opera per ognuno dei sette argomenti. Sette dipinti che nel loro essere parte, creano il tutto.
Realizzati ad olio ed ambra pura, i dipinti sono il risultato di uno studio, iniziato 3 anni fa, sulla tecnica del disegno a sguardo periferico, o laterale.
Questo modo di disegnare, che esplora il soggetto in tutta la sua struttura, osservandolo come se lo si disegnasse solo con gli occhi, obbliga la mano a ricalcare l'immagine percepita senza alcun vincolo diretto con la realtà. L’opera è il risultato della percezione emotiva, svincolata dal filtro cognitivo della lettura del reale. Una realtà di cui si riappropria in uno stadio successivo, ricostruendo se stessa dai frammenti della vibrazione dell’anima dell’artista.
Così come nel manga e anime11eyesi principali antagonisti, chiamati Cavalieri Neri, rappresentano sei dei sette vizi capitali, mentre il vizio capitale mancante viene rappresentato dall'antagonista finale, anche nell’opera di Di Erre un vizio rimane oscurato, o forse svelato dalla profonda voragine del nero, antagonista della ricercata cromia presente negli altri dipinti.
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